I minerali: dalla chimica all'arte
di Giulia Viganò
Gli artisti, per la realizzazione delle proprie opere, sono sempre stati influenzati sia dal contesto storico in cui sono vissuti sia dai materiali che avevano a disposizione. Analizzeremo qui i tre colori primari (rosso giallo e blu) e gli elementi chimici (di origine minerale) dai quali derivano.
​
Il rosso è la tinta più diffusa sulla terra in quanto deriva dalle ocre: ossidi di ferro reperibili ovunque che forniscono un colore rosso terroso: il primo rosso utilizzato per le pitture murarie. Il primo rosso è stato il rosso di Robbia un estratto naturale che si scioglie in acqua, in seguito è stato creato il rosso di piombo (utilizzato nell’antica Cina, Roma, Grecia e Egitto) aggiungendo del piombo e del mercurio al rosso di robbia. Nel Medioevo il rosso prenderà poi il nome di cinabro il cui pigmento naturale è ottenuto riscaldando il mercurio liquido con lo zolfo giallo. Il cinabro artificiale che prende il nome di rosso vermiglio invece deriva da una sostanza organica a base di carbonio. Quando col passare degli anni nel 1817 si scopre elemento chimico cadmio esso viene lavorato con il piombo per creare il rosso cadmio.
​
Il giallo deriva anch'esso dalle ocre. La prima civiltà che è riuscita a lavorarlo è stata la civiltà egizia, utilizzando il giallo Egizio ossia una composizione di stagno antimonio e piombo, materiali presenti in questa zona territoriale. Vi sono inoltre altri posti al mondo unici ricavare colori specifici, nel caso del giallo è Napoli infatti sul Vesuvio è possibile dall’ antimoniato di piombo ricavare il giallo di Napoli, usato dal XVII sec. Un altro tipo di giallo molto particolare è il giallo indiano presumibilmente ricavato dalla urina delle mucche o dalla curcuma, ma molto probabilmente derivato da una molecola a base di carbonio. Agli inizi del XIX sec. si passa all'utilizzo del giallo viridiano ottenuto dalla miscela fra cromo e crocoite (il minerale cromato di piombo). Nel 1817 viene scoperto da un chimico tedesco il giallo di cadmio, ottenuto fondendo lo zinco.
​
Il blu venne utilizzato per le prime volte come smalto delle sculture in pietra ollare che venivano commercializzate in Europa fin dal II millennio a.c.. Al tempo degli egizi risale il blu egiziano composto da sabbia, minerali di rame e gesso o calcare.
Ad oggi il blu più pregiato è il Blu Oltremare scoperto nel 1271 da Marco Polo in Afghanistan in prossimità di una cava in cui venivano estratti i lapislazzuli. In seguito nel 1704 venne creata per errore (mescolando ingredienti contaminati di grasso animale che hanno reagito poi con il ferro) una tonalità di blu profondo: il blu di Prussia. Nelle miniere d’argento viene poi scoperto il cobalto e da esso viene inventato il blu cobalto; da cui si distinsero poi altri pigmenti tra cui il blu ceruleo, composto da cobalto e stagno. Nel 1955 venne creato poi il blu klein che contiene la sintesi chimica del lapislazzulo, supportato da una resina che agisce come legante in grado di dare stabilità alle pitture.